La neuro-architettura si occupa di individuare le reazioni dell’uomo rispetto all’ambiente architettonico.
In questo senso si può affermare che lo spazio può generare benessere o ansia, abbiamo già visto in che modo in questo articolo dedicato alla psicologia ambientale. Gli strumenti e le teorie che provengono dalla psicologia sono molto utili per progettare uffici e fanno bene gli architetti ad avvicinarsi sempre di più a questi argomenti.
Mi è capitato diverse volte, chiacchierando con alcuni responsabili delle risorse umane, di avvertire un senso di frustrazione derivante da un tema che fino a quel momento non avevo preso sufficientemente in considerazione: come riuscire a trattenere i migliori talenti in azienda?
Questo tema mi ha fatto riflettere su diversi aspetti il primo dei quali riguarda l’importanza di avere in azienda collaboratori in grado di fornire una performance nettamente superiore alla media. Documentandomi ho scoperto che i talenti sono fondamentali per qualsiasi organizzazione, lavorano di più e meglio della media, affrontano i vari problemi in maniera positiva, danno l’esempio e un sacco di altre belle cose.
Ho compreso quindi che si tratta di un argomento centrale per un direttore HR perché riguarda la produttività. Mi sono chiesto se il design per uffici potesse avere un ruolo in questa faccenda. Sono andato alla base del problema per trovare la chiave che mi ha permesso di interpretare una soluzione che, insieme ad altri programmi di retain, potesse migliorare il sonno dell’HR manager.
Il design per uffici aiuta l’Engagement dei dipendenti
L’assunto è che un qualsiasi dipendente soddisfatto del proprio lavoro è motivato a rimanere in azienda ed è proiettato con passione al suo futuro che identifica con l’organizzazione per cui lavora.
Non voglio e non posso entrare nel campo della gestione del personale, sinteticamente si può ipotizzare che ai talenti di una qualsiasi azienda del mondo, si cerchi di offrirgli qualcosa che ha a che fare con il denaro, i benefit, i percorsi di carriera ed altro ancora che contribuiscano a motivare la sua fedeltà nel tempo.
qualsiasi dipendente soddisfatto del proprio lavoro è motivato a rimanere in azienda ed è proiettato con passione al suo futuro
A detta dei professionisti della gestione del personale, questi programmi non hanno sempre un buon esito, il talento rimane difficile da trattenere.
Pian piano mi sto avvicinando al tema iniziale e cioè: quale ruolo gioca il design per uffici nella gestione dei talenti? Ti chiedo di pazientare ancora un attimo.
Lo psicologo americano Maslow ha proposto una teoria nota con il nome di Piramide di Maslow, che possiamo utilizzare per spiegare quando un individuo si senta pienamente realizzato. La piramide è stata usata a livello grafico solo per stabilire una gerarchia tra i vari bisogni da soddisfare.
Uno sguardo veloce alla Piramide di Maslow
Partendo dal basso verso l’alto si possono identificare bisogni primari tra i quali troviamo quelli fisici, poi quelli legati alla sicurezza, quelli che riguardano il senso di appartenenza sociale e infine il veder riconosciuto il proprio valore, in poche parole la stima. Maslow afferma che se questi bisogni primari vengono soddisfatti, allora l’individuo può accedere ai bisogni più evoluti tra i quali la realizzazione di sé.
Ecco il nesso che cercavo, trasformiamo la Piramide di Maslow in qualcosa che si possa orientare allo space office. Il concetto di gerarchia della soddisfazione dei bisogni si può affiancare ad un concetto paritetico di esigenza della progettazione del workplace.
Al livello più basso è facile intuire che il building debba offrire le caratteristiche di un buon riparo, inteso come servizi legati all’ambiente e alla nutrizione (un coffee bar, o l’angolo relax). Appagata questa esigenza si sale per soddisfare i bisogni legati alle strumentazioni tecnologiche e alla disponibilità di spazi adeguati per svolgere il lavoro in team.
Il concetto di gerarchia della soddisfazione dei bisogni si può affiancare ad un concetto paritetico di esigenza della progettazione del workplace
Un’ulteriore ascesa va verso le esigenze più intime e psicologiche come il comfort derivante dal design biofilo. Un passo oltre appaiono i bisogni sociali, legati sia alla necessità del team building che alla sfera della privacy orientata ai lavori più complessi che richiedono un alto livello di concentrazione.
Il tutto si traduce in libertà di utilizzare spazi ritagliati sulle esigenze personali e di gruppo, che rafforzano la fiducia in se e nell’organizzazione di cui si fa parte. Il proprio potenziale è libero di esprimersi ed il livello di engagement risulta anch’esso potenziato.
Progettare uffici adeguati alla coesistenza di più generazioni
Un altro argomento di cui si parla, sempre in ambito risorse umane, è la convivenza in ufficio tra diverse generazioni.
In un’azienda si possono avere contemporaneamente fino a 4 generazioni di dipendenti:
• I lavoratori della generazione dei Baby Boomers, i nati dal 1945 al 1965;
• La generazione X, dal 1965 al 1980;
• I Millenians, nati dopo il 1980;
• La generazione Z arrivata da pochissimo che individua i nati dopo il 2000.
A ben vedere in Italia, con la pensione così procrastinata oltre i 75 anni, ci potrebbe essere ancora qualche rappresentante della generazione silenziosa rappresentata dai nati prima del ’45.
Progettare uffici, che tengano conto di tutte queste generazioni, non è facile poiché ognuna di esse ha un proprio modo di vivere il workplace.
Vediamo come intendono il lavoro le diverse generazioni:
• La generazione silenziosa lo intende come un dovere ed un sacrificio. Gli spazi sono delimitati e riflettono rapporti gerarchici;
• I Boomers affrontano il percorso lavorativo come un’avventura dal lieto fine che porta a realizzarsi. Il lavoro di gruppo e l’orientamento all’ottimismo sono una caratteristica distintiva;
• La generazione X si mantiene sul rapporto chiaro e regolato da diritti e doveri precisi, e comunque tiene separati gli ambiti familiari e sociali dal lavoro. Uffici flessibili con tendenza alla personalizzazione e tecnologicamente avanzati;
• I Millenians e la generazione Z sono considerati multitasking, abituati a svolgere il lavoro in maniera agile, come lo è il tempo flessibile da dedicare al lavoro che può essere integrato e sfociare nella vita privata. Il luogo di lavoro ha una prevalenza tecnologica ma è permeato dal senso del divertimento.
Da queste considerazioni deve partire uno studio strategico che identifichi il workplace con il team che lo utilizzerà. Sebbene sia impossibile nella maggior parte dei casi trovare un’interpretazione univoca, ci sono i presupposti per agevolare il lavoro flessibile che pare la caratteristica più comune per le ultime generazioni.
Considerazioni conclusive
Progettare uffici per trattenere talenti e per far coesistere più generazioni, è un territorio da esplorare ed approfondire.
Nel primo caso, a supporto del lavoro del progettista, c’è sicuramente la realizzazione di uno spazio più confortevole, figlio di un elevato livello di engagement che si traduce in un maggior senso di appartenenza. Nel secondo caso invece le generazioni hanno un diverso modo di intendere il tempo e soprattutto utilizzano in maniera differente le tecnologie.
Questo distacco lo avvertiamo quando ci vengono mostrate le immagini delle sedi dei grandi del web, in cui i lavoratori sono circondati da gadget e sembrano divertirsi più che lavorare, visti i risultati che hanno così non può essere!