Restorative Niche: quando l’ufficio deve permettere di “tornare a sé stessi

La Free Trait Theory di Brian Little spiega il costo nascosto di chiedere alle persone di recitare un ruolo tutto il giorno — e cosa può fare il design per prevenirlo

Brian Little è uno psicologo con un problema. I suoi corsi a Harvard sono leggendari: aule stracolme, standing ovation, studenti che lo descrivono come un performer capace di mescolare Robin Williams e Albert Einstein.¹ Ma Little è un introverso profondo. Dopo ogni lezione, si rifugia nel bagno. Non per vanità. Per sopravvivere.

Quella che potrebbe sembrare un’eccentricità è il cuore di una teoria che sta cambiando il modo in cui si pensa agli spazi di lavoro: la **Free Trait Theory** e il concetto di “restorative niche“.

Tratti fissi e Tratti liberi – Restorative Niche

Little distingue tra due tipi di tratti:

  1. I **tratti fissi” sono la personalità di base — introversione, estroversione, e così via. Hanno una componente genetica significativa e tendono a rimanere stabili nel tempo.²
  2. I **tratti liberi” sono i comportamenti che si adottano per portare avanti quelli che Little chiama “core personal projects”: obiettivi che stanno profondamente a cuore.³

Un introverso può diventare un oratore brillante se insegnare è il suo progetto fondamentale. Un estroverso può lavorare in silenzio per ore se sta sviluppando il business plan che sogna da anni. Come spiega Little: *”Per amore delle nostre mogli, dei nostri figli o delle nostre professioni, ci imponiamo di agire ‘fuori carattere’.”*⁴

Il problema? Agire fuori carattere consuma energia. E senza spazi per recuperare, il sistema crolla.

Little stesso ne è la prova. Anni di performance accademica senza sufficienti pause lo portarono a una doppia polmonite. Come scrive Susan Cain in *Quiet*: *”Una doppia polmonite e una vita troppo piena di impegni possono capitare a chiunque, certo, ma per Little fu il risultato di aver agito fuori carattere troppo a lungo e senza sufficienti restorative niche.”*⁵

Cos’è una Restorative Nice?

Una restorative niche è, nelle parole di Little, *”il luogo dove si va quando si vuole tornare al proprio vero sé”*.⁶

Può essere:

  1. **Fisica**: una stanza silenziosa, una passeggiata, un angolo appartato. Lo stesso Little, durante le pause tra una lezione e l’altra, evitava i pranzi con i colleghi per camminare da solo lungo il fiume Richelieu.⁷
  2. **Temporale**: una pausa pianificata, un pranzo in solitudine, un weekend senza impegni sociali prima di un evento importante.
  3. **Comportamentale**: scegliere un’email invece di una riunione, meditare, leggere.

Per gli introversi, la restorative niche significa ridurre gli stimoli. Per gli estroversi — che ne hanno bisogno quanto gli introversi — può significare il contrario: una chiacchierata dopo ore di lavoro solitario.

Il punto non è il *cosa*, ma il *ritorno all’equilibrio*. Come spiega Little: *”Agire fuori carattere ha un costo in termini di salute e può portare al burnout — a meno che non si abbia una restorative niche dove indulgere nella propria natura primaria.”*⁸

Il Problema: Un ufficio che ignora la biologia

Susan Cain, nel bestseller *Quiet: The Power of Introverts in a World That Can’t Stop Talking*, ha portato queste idee al grande pubblico. E ha puntato il dito contro l’open space.

Secondo Cain, tra un terzo e metà della popolazione è introversa.⁹ Eppure gli ambienti di lavoro sono progettati prevalentemente per estroversi — spazi aperti, collaborazione continua, stimolazione costante.

I dati confermano il problema. Uno studio del 2018 condotto da Ethan Bernstein e Stephen Turban della Harvard Business School, pubblicato su *Philosophical Transactions of the Royal Society B*, ha misurato cosa succede quando un’azienda passa a un layout completamente aperto.¹⁰

I risultati sono controintuitivi: le interazioni faccia a faccia sono calate di circa il 70%. Le email sono aumentate del 56%, i messaggi istantanei del 67%.

Come scrivono i ricercatori: *”Invece di stimolare una collaborazione faccia a faccia più vivace, l’architettura aperta sembra aver innescato una risposta umana naturale: ritirarsi socialmente dai colleghi e interagire invece via email e messaggistica.”*¹¹

L’open space, progettato per favorire la collaborazione, ottiene l’effetto opposto. Le persone si ritirano, si mettono le cuffie, evitano il contatto. Gli introversi — che rappresentano fino a metà della forza lavoro — pagano il prezzo più alto, ma anche gli estroversi costretti a lavorare in silenzio soffrono la mancanza di interazione autentica.

L’Implicazione per il design: Progettare il Recupero

La restorative niche non è un lusso. È un’infrastruttura.

Un ufficio che ignora questo principio sta chiedendo alle persone di correre una maratona senza stazioni di rifornimento. Alcuni ce la faranno. Molti no. E quelli che cedono non sono necessariamente i meno capaci — sono spesso i più coscienziosi, quelli che si spingono oltre i propri limiti per portare a termine progetti importanti.

Little propone quello che chiama un “Free Trait Agreement”: un accordo implicito tra persona e ambiente.¹² *”Io reciterò un ruolo per un po’, a patto che mi sia permesso di tornare a essere me stesso.”*

Tradotto in termini di design, questo significa:

**Phone booth e focus pod** come dotazione standard, non come optional. Spazi dove ritirarsi senza dover giustificare la propria assenza.

**Zone a bassa stimolazione**: illuminazione naturale, assenza di attraversamenti, acustica controllata. Non tutti hanno bisogno di silenzio assoluto, ma tutti hanno bisogno di poter modulare il livello di stimolazione.

**Percorsi di fuga**: la possibilità di alzarsi e camminare senza attraversare l’intero open space. Little camminava lungo il fiume; in un ufficio, anche un corridoio che porta a una terrazza può svolgere la stessa funzione.

**Accesso all’esterno**: la natura è la restorative niche per eccellenza. Anche solo un balcone o una vista su un’area verde può fare la differenza.

Oltre Introversi vs Estroversi

Un errore comune è pensare che le restorative niche riguardino solo gli introversi.

La Free Trait Theory indica che tutti agiscono fuori carattere per parte della giornata. L’estroverso che deve concentrarsi su un report finanziario sta usando tratti liberi. L’introverso in riunione con i clienti sta usando tratti liberi.

Ricerche condotte da Little insieme a Sanna Balsari-Palsule dell’Università di Cambridge mostrano che anche gli estroversi soffrono quando devono agire da “pseudo-introversi” per periodi prolungati — anzi, sembrano trovarlo ancora più difficile degli introversi che devono fare il contrario.¹³

La differenza è *quale tipo di recupero* serve. L’introverso ha bisogno di ridurre gli stimoli. L’estroverso ha bisogno di aumentarli. Un ufficio intelligente offre entrambe le opzioni.

Il Costo dell’ignoranza

Brian Little ha pagato con una doppia polmonite. La maggior parte delle persone paga in modi meno drammatici ma altrettanto reali: burnout, disengagement, turnover.

La domanda per chi progetta uffici non è se le persone abbiano bisogno di restorative niche — la ricerca è chiara. La domanda è se si è disposti a progettarle, o se si continuerà a costruire spazi che chiedono alle persone di essere qualcun altro per otto ore al giorno.

Come ha scritto Little: *”Possiamo agire fuori carattere per i progetti che ci stanno a cuore. Ma abbiamo bisogno di un accordo.”*¹⁴

L’ufficio può essere parte di quell’accordo. O può essere il luogo dove l’accordo si rompe.

FONTI

1. Cain, S. (2012). *Quiet: The Power of Introverts in a World That Can’t Stop Talking*. Crown Publishers, cap. 9.

2. Little, B. (2003). Intervista in “Introversion Unbound”, *Harvard Magazine*.
https://www.harvardmagazine.com/2003/07/introversion-unbound-html

3. Little, B. (2016). *Me, Myself and Us: The Science of Personality and the Art of Well-Being*. PublicAffairs.

4. Little, B. (2003). Citato in “Introversion Unbound”, *Harvard Magazine*.
https://www.harvardmagazine.com/2003/07/introversion-unbound-html

5. Cain, S. (2012). *Quiet*, p. 222.

6. Cain, S. (2012). *Quiet*, p. 219. Citazione originale di Brian Little.

7. Cain, S. (2012). *Quiet*, cap. 9.

8. Little, B. (2003). Citato in “Introversion Unbound”, *Harvard Magazine*.
https://www.harvardmagazine.com/2003/07/introversion-unbound-html

9. Cain, S. (2012). “Introverts run the world – quietly”, *CNN*.
https://www.cnn.com/2012/03/18/opinion/cain-introverts-power/index.html

10. Bernstein, E. S., & Turban, S. (2018). “The impact of the ‘open’ workspace on human collaboration”. *Philosophical Transactions of the Royal Society B*, 373(1753).
https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rstb.2017.0239

11. Ibid.

12. Cain, S. (2012). *Quiet*, p. 220.

13. University of Cambridge (2015). “Acting ‘out of character’ in the workplace”.
https://www.cam.ac.uk/research/features/acting-out-of-character-in-the-workplace

14. Little, B. (2016). *Me, Myself and Us*.

Massimiliano Notarbartolo

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